L'OPERAZIONE

WindTre-Eqt, salta il deal. Corti e Hanssen: “Progetto superato, andiamo avanti sulla nostra strategia”

Alla scadenza della deadline il fondo svedese e Ck Hutchison annunciano lo stop alla cessione della rete e alla realizzazione della newco nella quale sarebbero confluiti gli asset fissi e mobili. I ceo della telco italiana scrivono ai dipendenti: “Puntiamo a diventare la migliore azienda multiservizi in Italia”

Pubblicato il 13 Feb 2024

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Salta vendita della rete WindTre a Eqt. A darne comunicazione lo stesso fondo svedese e Ck Hutchison, la holding che controlla la telco italiana, in due note separate in cui confermano la risoluzione dell‘operazione annunciata il 12 maggio 2023.

Eqt Infrastructure aveva concordato di acquisire da Wind Tre una quota di maggioranza della più grande rete mobile italiana.

La nota di Eqt

“Eqt Infrastructure e CK Hutchison, l’attuale proprietario di Wind Tre  hanno deciso di risolvere l’accordo di transazione a causa del mancato soddisfacimento delle condizioni preliminari alla chiusura entro la data concordata del 12 febbraio 2024. Eqt Infrastructure continuerà ad esplorare transazioni infrastrutturali alternative, anche con CK Hutchison, qualora si presentassero ulteriori opportunità”.

Con la risoluzione di questo accordo, Eqt Infrastructure VI risulta investito per un ammontare pari al 25-30% del target di raccolta del fondo (inclusi investimenti firmati e/o chiusi, offerte pubbliche annunciate, laddove possibile, e al netto di possibili sindacazioni).

Il comunicato di Ck Hutchison

La conferma dello stop alle operazioni arriva anche da Ck Hutchison che controlla WindTre e che chiarisce in una nota come il deal sia stato “interrotto a causa del mancato rispetto delle condizioni sospensive per la chiusura entro una data concordata, del 12 febbraio 2024”, cioè di ieri. “Di conseguenza, la transazione non avrà luogo”.

CK Hutchison, prosegue la nota, “continuerà a esplorare possibili transazioni infrastrutturali alternative per apportare valore alla società, comprese possibili transazioni infrastrutturali con Eqt Infrastructure qualora si presentasse l’opportunità appropriata”. L’operazione con Eqt, già slittata di tre mesi a novembre, aveva un enterprise value da 3,4 miliardi e sarebbe stata la prima operazione di scorporo dell’infrastruttura andata in porto.

La questione del personale

In una comunicazione ai dipendenti, i due ceo di WindTre, Gianluca Corti e Benoit Hanssen, affrontano il tema di passaggio del personale, visto che era atteso il travaso di duemila dipendenti nella newco della rete. “Non essendosi verificate le condizioni legate al trasferimento del personale, la transazione individuale relativa alla rinuncia a impugnare il trasferimento non ha efficacia e di conseguenza non sarà dovuto alcun riconoscimento economico”, precisano i due amministratori delegati.

Intanto l’azienda prosegue “con determinazione” nel percorso di trasformazione per diventare la migliore azienda Multiservizi in Italia. In coerenza con la nostra strategia WindTre oggi è connessioni, energia e assicurazioni e sulla scia dei risultati già ottenuti nel 2023 ci aspettiamo nel 2024 un ulteriore contributo positivo ai nostri ricavi”.

In più, i due ceo sottolineano che “a ulteriore conferma del sostegno del nostro azionista e della sua volontà di investire in Italia, abbiamo di recente annunciato l’accordo per l’acquisizione del 100% di una società controllata da OpNet (ex Linkem). L’operazione si inserisce nella nostra strategia volta all’ottimizzazione e allo sviluppo dell’infrastruttura di rete anche come fattore abilitante della trasformazione digitale del Paese”.

Il nodo degli accordi con Iliad e Fastweb

A pesare sul deal anche la questione degli accordi con Iliad e Fastweb. L’operazione con il fondo svedese sarebbe stata mandata avanti senza tenere conto delle partite in essere tra WindTre e Iliad e Fastweb, con le due telco interpellate a “giochi fatti”.

Riguardo a Iliad il casus belli riguarda la joint venture Zefiro Net, tenuta a battesimo appena un anno fa, a gennaio 2023, quindi pochi mesi prima del deal con Eqt. La joint venture paritetica (WindTre e Iliad vantano ciascuna il 50% della newco) è stata creata per la condivisione e gestione congiunta delle infrastrutture di rete mobile (5G incluso) nelle aree meno densamente popolate d’Italia per una copertura pari al 27% della popolazione. Nel perimetro dell’accordo siglato fra WindTre e Eqt c’è anche Zefiro, alias il 50% in capo a WindTre che non si sarebbe dunque posta il problema di capire: se Iliad fosse d’accordo a mandare avanti la jv insieme con il nuovo socio Eqt e soprattutto a quali condizioni in termini di business e remunerazione, insomma senza tenere conto degli accordi pattuiti e delle relative clausole contrattuali.

Le frequenze 5G di Fastweb

Riguardo a Fastweb la questione riguarda le frequenze 5G che la telco si era aggiudicata nel 2018 per poi cederle in gestione a WindTre con relativo accordo sul pricing di accesso ai servizi: anche in questo caso Fastweb non sarebbe stata consultata preventivamente ossia alla società non sarebbero state fornite informazioni dirimenti sugli impatti della discesa in campo di Eqt.

La newco di WindTre: l’accordo con Eqt

Lo scorso maggio, il fondo svedese Eqt Infrastructure aveva ufficialmente siglato l’accordo per acquisire una partecipazione del 60% nella newco dove sarebbero confluite la rete mobile e fissa di WindTre. La transazione sarebbe dovuta avvenire sulla base di un entreprise value di 3,4 miliardi di euro. L’attuale proprietario di WindTre, CK Hutchison, sarebbe rimasto investitore insieme al fianco del fondo con una quota del 40% nella newco.

Il closing, inizialmente previsto a novembre, è poi slittato al 12 febbraio, termine trascorso senza novità.

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