“La banda ultralarga serve soprattutto ai nuovi servizi video che necessitano di banda ma anche di latenza ridotta e, alla luce del sempre maggior numero di utenti, con le reti mobili Lte di quarta generazione si può fare poco. La soluzione è rappresentata dal wireless fisso ma quello che adesso manca sono le frequenze”. Lo dice Luca Spada, fondatore e ad di Ngi, azienda a capitale interamente italiano specializzata in banda larga, virtual hosting e servizi a valore aggiunto per il mercato residenziale e aziendale. L’azienda utilizza una tecnologia proprietaria che consente di coprire l’ultimo miglio con un ponte radio.
L’obiettivo per l’anno prossimo è assicurare 50 mega in download e 20 in upload, a fronte degli attuali 20 mega in download e 6 in upload. Ma potrà farlo solo se verrà liberata la porzione di spettro nei 200 Mhz compresi tra le frequenze 3,6 e 3,8 giga. Frequenze, secondo una decisione Ue 2008, assegnate appunto al wireless fisso. Gli stati membri dovevano recepire la decisione ma la consultazione avviata dall’Agcom nel 2012 ha subito un arresto. La consultazione pubblica dovrebbe riaprirsi prima dell’estate. Ora la parola spetta ad Agcom.