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Wireless Intelligence, negli Usa cresce la prepagata

Modalità di pagamento mobile, inversione di tendenza in vista: entro il 2017 il 76% di linee saranno in abbonamento contro il 24% di quelle “no-contract”

Pubblicato il 28 Mag 2013

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Tra gli utenti mobili, la spaccatura tra prepagati e postpagati resterà fondamentalmente invariata nei prossimi cinque anni su base globale, secondo Wireless Intelligence, ma con variazioni degne di nota a livello regionale: mentre le prepagate tendono a scendere in Europa, Africa e Asia, negli Stati Uniti si registra una rinnovata crescita delle utenze no-contract.

La società di ricerche calcola che nel primo trimestre 2013 il 77% delle linee mobili globali sono prepagate, mentre il 23% sono abbonamenti; di qui alla fine del 2017 la proporzione sarà 76% contro 24%. Tuttavia le linee prepagate stanno fortemente aumentando negli Stati Uniti dove fioriscono le nuove offerte slegate da contratti. Wireless Intelligence stima che, mentre per la leader di mercato Verizon Wireless solo circa il 5% delle linee è prepagato, il segmento prepaid rappresenta oltre il 30% delle connessioni per le concorrenti At&t, Sprint e T-Mobile Usa. Intanto gli operatori no-contract come MetroPcs e Cricket sono in forte crescita e Sprint offre anche linee Lte prepagate tramite i suoi marchi Virgin e Boost.

Le utenze prepagate sono solitamente associate ad Arpu inferiori, ma i livelli dell’Arpu per gli utenti prepagati negli Stati Uniti sono alti in confronto ad altri mercati sviluppati. Nel quarto trimestre 2012, l’Arpu prepaid si attestava in media sui 19,4 dollari negli Usa, circa un terzo dell’Arpu medio per il segmento postpagato. Invece in Francia e Spagna l’Arpu prepagato è un quarto (26%) di quello postpagato e in Uk e Germania è solo il 18%.

“Mi piacerebbe avere un business no-contract in Germania o in Europa simile a quello che abbiamo negli Usa”, ha dichiarato Rene Obermann, Ceo di Deutsche Telekom (che controlla T-Mobile Usa) in una recente conference call. Obermann ha fatto notare che l’Arpu per l’operatore prepaid MetroPcs – con cui T-Mobile Usa si sta fondendo – “è vicino a 40 dollari, una cifra eccezionale”.

Trend opposto per l’Europa, dunque: in Europa occidentale le utenze senza contratto sono in calo del 2,9% e in Nord Europa del 2,6% dal primo trimestre 2012 al primo trimestre 2013. Gli operatori di queste regioni puntano a migrare gli utenti prepagati verso gli abbonamenti per rafforzare le loro entrate su mercati spesso saturi. La crescente adozione degli smartphone favorisce il passaggio a contratti postpagati e anche tariffe ad hoc, come Vodafone Red (Relax per l’Italia), che già conta 4,1 milioni di utenti in 14 mercati, servono a spingere verso l’abbonamento.

Nell’Europa nel suo complesso, Wireless Intelligence si aspetta che le connessioni prepaid scendano del 3,4% nei prossimi anni fino a rappresentare il 57% del totale nel 2017: il nostro continente avrà lo share più basso di prepagate dopo l’Oceania (52%).

Invece le Americhe vedranno un incremento di prepagate nello stesso periodo, con un aumento dal 60 al 62% del totale, grazie all’incremento negli Stati Uniti. Le prepagate scenderanno ma continueranno ad essere parte preponderante del mercato in Africa (dal 96% all’82% di qui a fine 2017) e in Asia (dal 94 all’81%).

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