“L’Agenda digitale è un capitolo a cui tengo moltissimo”. Alla sua prima uscita pubblica da ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha toccato il tema innovazione annunciando, nel suo intervento all’assemblea dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, che presto incontrerà le imprese “per fare il punto”.
“E’ imbarazzante – ha poi sottolineato il ministro – che all’estero la rete wi-fi funzioni dappertutto e invece in Italia, per mancati investimenti, è difficilissimo trovarla persino in quei siti dove dovrebbe essere naturale”.
Le parole di Zanonato, che ha sottolineato come l’Agenda dipenda in larga parte dal Mise, sembrano rendere più probabile l’ipotesi di mantenere la governance dell’innovazione diffusa fra più ministeri sulla scia di quanto fatto da Monti. Il precedente esecutivo ha infatti distribuito le competenze sull’Agenda digitale tra Mise, Miur e Funzione pubblica, spacchettando le competenze per settori: banda larga e digital divide allo Sviluppo economico, digitalizzazione della PA alla Funzione pubblica, smart city e Horizon 2020 all’Istruzione al Miur dove le deleghe dovrebbero andare direttamente in mano al ministro Maria Chiara Carrozza.
Le prossime settimane saranno comunque decisive per capire quale modello di “governo” dell’Agenda il nuovo esecutivo intende portare avanti. In questo senso a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, ci sono buone probabilità che il tavolo di confronto tra stato e regioni sull’innovazione riprenda vita sotto la guida del neo ministro agli Affari regionali, Graziano Delrio, ex presidente dell’Anci e molto sensibile alle tematiche dell’innovazione e delle smart city. Secondo Delrio è importante riuscire ad ottenere dalla Ue “una deroga per gli investimenti strategici. E occorre individuare quali”. Obiettivi rispetto ai quali “c’è bisogno dello sforzo di tutti e di un nuovo patto per la Repubblica tra le autonomie, tra lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni per ridare fiato all’economia. La crescita si fa con l’innovazione e anche revisionando il patto di stabilità”.