“Il governo assicura il massimo impegno per porsi come costante e attento riferimento per tutti gli operatori economici coinvolti a garantire sia i livelli occupazionali, sia alla tutela della sicurezza della rete e dello sviluppo tecnologico del Paese”. Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato nel corso del question time in merito all’ipotesi di scorporo della rete Telecom Italia e dell’aggregazione con 3 Italia. “Sono tre le linee direttrici del governo – spiega il ministro – la certezza che la rete di Tlc è un asset strategico per la crescita dell’intero sistema paese; la considerazione che l’azienda è autonoma, privata e quotata in borsa; e il ruolo assunto dalla Cdp i cui investimenti devono risultare profittevoli in un ottica di crescita e sviluppo del Paese”.
Il tema della separazione della rete di accesso di Telecom Italia, ha sottolineato Zanonato, “è un argomento molto delicato. E il problema della possibilità per lo Stato di intervenire con poteri speciali è stato, come noto, oggetto di una procedura di infrazione Ue. Non è stato ancora varato il previsto decreto del presidente della Repubblica che deve individuare le attività di rilevanza strategica oggetto di applicazione delle previste tutele”.
“Resta fermo tuttavia – aggiunge Zanonato – il potere dello Stato di intervenire a tutela di interessi essenziali per lo sviluppo infrastrutturale del Paese”. Telecom Italia è “soggetta a una serie di obblighi regolamentari stabiliti dall’Agcom con proprie delibere peraltro in sede di revisione”.
Per Zanonato assume particolare significato “l’articolo 50-ter del codice delle comunicazioni elettroniche che disciplina l’ipotesi di separazione volontaria di un’impresa verticalmente integrata, stabilendo che l’azienda deve informare l’Autorità nel caso in cui intenda trasferire i suoi beni relativi alla rete di accesso o una parte significativadegli stessi a un soggetto giuridico separato sotto controllo di terzi”.
Secondo il deputato del MoVimento 5 Stelle, Paolo Nicolò Romano, lo scorporo della rete Telecom “non convince i sindacati e molti analisti indipendenti, perche’ non risolverebbe il problema del debito del colosso Tlc e per le pesanti ricadute sul piano occupazionale”.
Romano ha inoltre ricordato che Telecom ha “un indebitamento finanziario netto di quasi 29 miliardi di euro” e che “il problema dei conti è talmente grave che e’ in atto una politica di contenimento dei costi che sta incidendo notevolmente sui livelli occupazionali e sugli investimenti, con tagli gia’ previsti, nel piano industriale del triennio 2013-2015, di 1,3 miliardi di euro e la messa in mobilita’ di 2.750 lavoratori tra il 2013 e il 2014”. Secondo altri esponenti grillini intervenuti durante il question time, nella vicenda relativa allo scorporo della Rete restano ancora “molteplici aspetti poco chiari, relativi al futuro della più importante compagnia telefonica del Paese, in particolare sorgono dubbi sulla posizione che la newco avrà nei confronti degli ingenti debiti di Telecom. Noi resteremo vigili”.
In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il ministro Zanonato aveva sottolineato che per Telecom si apre uno scenario che “potrebbe essere molto interessante, se non ci fosse l’onere del debito che appesantisce l’azienda in modo importante”. Zanonato puntualizzava poi che Telecom “è un’azienda privata che si muove secondo criteri privati”, ma sottolinea che “per il Governo quella di Telecom è una delle grandi partite nazionali, che ha al centro una rete strategica per il Paese”.
Nei giorni scorsi Bernabè ha incontrato Letta e Zanonato per discutere delle due questioni. Il prossimo 23 maggio è previsto un Cda nel quale, però, come scritto nei giorni scorsi, ci si limiterà ad esaminare i dettagli e le valutazioni sullo scorporo, senza deliberare nulla. Molto probabilmente si prenderà altro tempo per permettere agli azionisti di esaminare nei dettagli le proiezioni che fornirà lo stesso Bernabè.
Intanto la trattativa tra Telecom Italia e H3G è arrivata di fronte a un bivio, ma rischia di non procedere oltre. Secondo indiscrezioni di stampa, terminata l’istruttoria preliminare per verificare le condizioni di fattibilità di una integrazione tra Tim e il quarto operatore mobile che fa capo al magnate cinese Li Ka-Shing, le due aziende avrebbero trovato un margine – seppur stretto – per andare avanti nell’operazione. Solo che l’offerta di Hutchinson Wampoa è subordinata al via libera dei soci di Telco che dovrebbero farsi da parte per permettere al gruppo cinese di diventare il maggior azionista di Telecom Italia. E così a questo punto, prosegue il quotidiano, la palla dovrebbe passare in mano ai soci forti che però non avrebbero ancora ricevuto una proposta formale né avrebbero deciso in via preliminare sul da farsi.
L’operazione appare dunque molto complessa. Non a caso, anche se l’indagine preliminare sulle valutazione, è terminata il gruppo non avrebbe ancora convocato un board ad hoc sul tema dell’integrazione TI-H3G, come deciso invece nell’ultimo Cda dell’8 maggio.