Europa in ritardo sul 5G. Parola di Michele Zarri, Technical Director della Gsma, associazione globale che rappresenta gli interessi di quasi 800 operatori mobili.
Intervenuto a Telco per l’Italia, il Direttore tecnico della Gsma è stato netto: “La pressione regolatoria dell’ Europa ha rallentato lo sviluppo del 5g. Siamo un po’ indietro rispetto ad altre nazioni come Corea, Giappone, Stati Uniti e Russia. In alcune di queste, eventi sportivi come il Fifa Worlda cup e le Olimpiadi invernali, pervisti rispettivamente in Russia e Peyoing Chang nel 2018, sono stati l’occasione per sviluppare il 5G prima di altri Paesi”.
Tuttavia se è vero che tra quattro anni le reti mobili di quinta generazione dovranno diventare pienamente operative, non c’è tempo da perdere. La roadmap è già delineata: una prima fase di sviluppo ci sarà nel 2018 e la seconda nel 2019. Intanto si discute sulle potenzialità di questo standard. “A differenza delle altri reti, come 2G e 3G, ciò che rende diverso il 5G è che può abilitare una serie di servizi: non più soltanto le chiamate vocali, i messaggi e Internet a una velocità di collegamento più ampia, ma anche la connessione tra sensori e macchine, dando impulso così alla quarta rivoluzione industriale, con benefici per i più svariati settori, dal manifatturiero alla robotica, passando per le automotive”.
“Il 5G non punta solo sul segmento dei consumers ma soprattutto su quello delle industrie”, ha puntualizzato Zarri. In quest’ottica è fondamentale ragionare su nuovi modelli di business. “A Shangai a fine mese la Gsma si riunirà per approfondire un possibile business model del 5G”, ha anticipato Zarri.
De resto la partita delle reti mobili di quinta generazione promette grandi risultati. Le stime parlano 20/ 50 miliardi di dispositivi connessi entro il 2020 attraverso queste reti ultraveloci. Con evidenti vantaggi in termini economici e produttivi.
Zarri ha poi ricordato che per il pieno sviluppo del 5G sarà necessaria la fibra ottica. “Senza di questa le reti mobili di quinta generazione potrebbero non riuscire a sviluppare pienamente le proprie potenzialità”.