Nessuna spiegazione sul “no” allo scorporo della rete Telecom espresso nel cda dello scorso 30 maggio. Sul suo profilo Facebook, il consigliere indipendente Luigi Zingales, evidenzia la necessità di “tacere” sul suo voto.
“Molti lettori, giornalisti, ed amici mi chiedono di spiegare il mio voto sullo scorporo della Rete nel Cda di Telecom – scrive l’economista – Come ho avuto modo di spiegare a quelli che me l’hanno chiesto di persona, ritengo giusto tacere. Sapete che non sono timido nell’ esternare le miei opinioni, ma ritengo che ci sia modo e tempo per farlo. Quando uno accetta di far parte di un’organizzazione lo deve fare in modo leale. Io ho accettato di rappresentare gli investitori istituzionali in Telecom e finché ricopro questa posizione cercherò di farlo nel modo più leale possibile, ovvero non rilasciando interviste sul tema o peggio informazioni off the record”.
Secondo Zingales “la strategia di una società deve poter essere discussa e decisa in modo confidenziale”. “La completa trasparenza danneggerebbe seriamente la società – spiega – Per questo dissento profondamente da chi ha lasciato trapelare i voti dei consiglieri e non lo seguo nell’errore. Uno dei tanti motivi per cui le società quotate in Italia sono mal gestite è la continua fuga di notizie, spesso usata strategicamente da chi vuole un risultato o un altro. Io non voglio associarmi a questo malcostume”.
“Da cittadino ho chiaramente le mie opinioni politiche sul caso. Ma preferisco astenermi dall’esternarle. Se fossero nell’interesse della società potrei apparire come un venduto. Se fossero contrarie, come una persona sleale. In ogni caso sarebbero inappropriate – prosegue – La domanda che spesso mi pongo è fino a che punto si deve spingere la lealtà verso un’organizzazione. Dal mio punto di vista la lealtà è dovuta solo fino a quando non confligge con la propria coscienza. Quando la lealtà entra in conflitto con la propria integrità, io penso che l’unica scelta corretta sia l’exit, ovvero le dimissioni”. Bisogna , chiosa, “essere leale fino a quando la lealtà non si scontra con l’integrità”, ma quando “le due entrano in conflitto, scegliere la seconda”.